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I soliti colpi da "orbi" contro la Chiesa
Adinolfi, la storia e la massoneria…
di Gianvito Armenise

Segnalato da Azione e Tradizione
e da Litle Jo (http://www.tradizione.biz/forum/viewtopic.php?t=14897)
Fonte:http://www.azioneetradizione.it/news.asp?id=655

       Il nostro titolo nasce dalla convinzione che chi usa i soliti quanto falsi luoghi comuni contro la nostra Santa Madre Chiesa non può che essere un "orbo" intellettuale ovvero un ignorante, e la sua ignoranza può essere voluta (strumentale, come nei massoni, che mentono sapendo di mentire, per i loro sporchi scopi...) o reale, cioè involontaria, ma allora in quest'ultimo caso sarebbe bene essere prudenti e non avventurarsi in critiche "storiche" che non faranno altro che evidenziare la propria ignoranza, appunto!

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono gen
eralmente della Redazione

       "Quando esiste una lacuna tra scopi reali e scopi dichiarati, si finisce istintivamente per dilungarsi in paroloni ed espressioni vuote, come una seppia che spruzza inchiostro", così George Orwell definiva coloro i quali abusavano di frasi ridondanti e concetti ingarbugliati per occultare le proprie reali intenzioni rispetto a quanto dichiarato.
       Questo caldo agosto ha, invece, mostrato in tutta la sua nitidezza scopi e pensieri di Gabriele Adinolfi rispetto al suo rapporto con il cattolicesimo. Due suoi articoli hanno (cercato) di demolire —udite, udite!—  oltre duemila anni di cristianesimo. Non riteniamo, umilmente, che la Chiesa Cattolica abbia bisogno di noi poveri peccatori quali avvocati difensori, ma qualche precisazione di carattere storico, potrebbe tornare utile a nutrimento delle conoscenze personale di tutti.
   
        Partiremo dal secondo articolo di Adinolfi (Benedetto XVI: quando il pastore si crede pecora) per il suo feroce e strumentale attacco a Ratzinger colpevole (secondo l’autore dello scritto) di non aver accomunato esplicitamente, nel suo Angelus di domenica 9 agosto 2009, ai lager nazisti anche tutti gli altri campi di concentramento che la storia, purtroppo, ha visto fiorire nel XX secolo. (1)   La dimenticanza (secondo Adinolfi, voluta per ragioni di realpolitik vaticana) sarebbe ancora più imperdonabile perché l'Angelus é stato pronunciato domenica 9 agosto anniversario (tragico) della seconda strage amerikana di Nagasaki. (2)   E da qui, giù botte da orbi (3)   contro presunti crimini commessi dalla Chiesa Cattolica dimostrando (e di questo ci spiace) non solo prevenzione mentale e livore ideologico, ma allo stesso tempo una scarsissima conoscenza degli accadimenti storici ascrivibili in chiave negativa alla Chiesa solo da una propaganda di matrice massonica e protestante alla quale, probabilmente, lo stesso Adinolfi si é riferito nel trarre le sue conclusioni.  

 

 

 

(1) E non solo..., qualche secolo prima i campi di concentramento si chiamavano "riserve indiane".

(2) Questo tuttavia è un appunto condivisibile: non sarebbe male ricordare anche le stragi americane, Hiroshima, Nagasaki, Dresda (http://cronologia.leonardo.it/storia/a1945n.htm)

(3) Pensiamo che gli "orbi" siano quelli che noi abbiamo inteso in premessa.

        Come al solito, le "colpe" della Chiesa (sottaciute da Ratzinger), sarebbero identificabili con i presunti massacri degli indios (4), con la caccia alle streghe (5), le persecuzioni degli eretici e dei protestanti, ecc. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole sul fronte della più ingiallita ed ammuffita propaganda anticattolica. Già Pino Tosca, ebbe a scrivere circa dieci anni fa un articolo (Mea culpa...ma di che?) per mettere a posto i tasselli della storia dividendoli dalle "veline" protestanti che (purtroppo) si sono fatte strada nella Chiesa postconciliare.
       Consigliamo ad Adinolfi di diversificare le sue letture approfondendo la vexata quaestio con l'articolo citato. In più, ci permettiamo di ricordargli che nulla di quanto da lui richiamato potrebbe godere del diritto di "cittadinanza" nell'ambito di un serio e non ideologizzato dibattito storiografico. Spesso, infatti, si dimentica che i cattolici in Sud America non hanno distrutto alcuna civiltà. In questo senso, eccellente é il film di Mel Gibson ("Apocalypto") il quale dimostra (dati alla mano) come le civiltà "precolombiane" erano sull'orlo dell'autodistruzione prima ancora che giungessero gli spagnoli cattolici. Basterebbe ricordare che gli aztechi erano dediti ai sacrifici umani e che questo comportava l'omicidio di decine di migliaia di persone (in media ventimila ogni anno) per ingraziarsi la benevolenza degli dei o che per una cerimonia di dedicazione di un tempio furono ammazzate oltre settantamila esseri umani. Se l'Amore Cristiano arrestò questo massacro continuo e sistematico, quale colpa si intende addebitare alla Chiesa? Quella di aver sostituito i sacrifici umani con l'unico e perfetto sacrificio capace di assicurare la Redenzione degli uomini, con il Sangue di Cristo?
 

 

(4) Addirittura! Non sa quel signore che in America, in quella cosiddetta Latina o Cattolica, gli Indios non sono stati affatto sterminati, sono la maggioranza, oggi centinaia di milioni, e godono dei diritti civili e politici,
mentre nell'altra America, detta del Nord o protestante (negli USA per essere più chiari), gli Indios sono stati sterminati e ridotti, oggi, a poche centinaia di migliaia?

(5) Come fa una persona che si dice colta a credere a simili favole da film?!

        Altra presunta responsabilità storica che Adinolfi addebiterebbe alla Chiesa, sarebbe la caccia alle streghe connessa con la pratica inquisitoria. Ci meraviglia dover rispolverare verità che credevamo scontate per chi si occupa di storia. Ci meraviglia che proprio Adinolfi non sappia che le streghe furono oggetto di "caccia" nell'Europa del Nord dove la riforma protestante aveva già combinato parecchi guai sul piano teologico e dottrinale. Adinolfi dovrebbe anche sapere che l'Inquisizone cattolica si sviluppò per contrastare gli eccessi di quella laica in mano al potere temporale e che scopo della pratica inquisitoria era l'assoluzione del condannato e non la sua morte. Non ci soffermiamo poi sulle "pene" inflitte (recita dei salmi (6), ad esempio) e sul numero esiguo di vittime (opera del braccio secolare): poco più di duecento in cinque secoli (!) (7)   e rimandiamo ai numerosi libri che trattano dell'argomento (su tutti segnaliamo per la sua snellezza e precisione storica "La santa inquisizione - Un punto cruciale nella storia della Chiesa", di C. A. Agnoli e Paolo Taufer - Editrice Civiltà Brescia).  

 

 

 

 

 

 

 

(6) Che pena orribile!

 

(7) Stando ai film e a certa storiografia... da rosa... da eco... parebbe che le vittime siano state all'ordine del giorno e soprattutto delle feste, milioni insomma!

        D'altronde accusare Ratzinger di strisciante connivenza col comunismo per il (presunto) silenzio da questi operato sull'ideologia marxista, appare fuori luogo oltreché profondamente errato. Adinolfi dovrebbe sapere (e continua a meravigliarci la sua scarsa conoscenza dei fatti) che proprio Ratzinger nella sua enciclica "Spe Salvi" del 2007 (non stiamo parlando di un enciclica difficilmente reperibile data la vicinanza temporale dello scritto) dedica diversi ed inequivocabili passaggi alla pericolosità del marxismo smontandone passo dopo passo i presupposti e gli agganci filosofici. Ci sembra alquanto sibillino che Adinolfi, attento osservatore e conoscitore della storia passata, presente e futura dei Pontefici e del loro magistero (egli conclude l'articolo in tono quasi "profetico" preconizzando tempi assai cattivi per chi spera di ricevere soccorso dalla Chiesa...), si sia dimenticato di leggere la recentissima enciclica scritta proprio da Ratzinger poco più di due anni orsono.    
        Alquanto singolare appare anche la circostanza secondo cui Adinolfi si sia poi trovato (involontariamente) in sintonia nel criticare Ratzinger, proprio con le comunità ebraiche infastidite per lo più dal riferimento durante l'Angelus alla santa Edith Stein (di origine ebraica e poi convertita al cattolicesimo e morta ad Auschwitz (8)) e San Massimiliano Kolbe noto, anche, per i suoi violenti scritti antimassonici.  

 

 


(8)
Anche se quest'ultima circostanza è ancora da provare...

        L'altro articolo di Adinolfi (Il Papa, l’assoluto e… Noi: assolutamente relativi) prende di mira la critica al relativismo di Ratzinger partendo da una premessa confutata  —senza accorgersene—   dallo stesso Adinolfi. Si afferma, in buona sostanza, che la Chiesa Cattolica (che ricordiamo essere di origine divina perché fondata direttamente da NS Gesù Cristo, Figlio di Dio e Dio Egli stesso) con la sua "assurda" pretesa di detenere la Verità finirebbe col soffocare le libertà individuali e dei popoli che da secoli “asfissierebbero” sotto il suo giogo insopportabile. Non ci meraviglia tutto questo. E' la solita fumosa ed intollerante argomentazione che costantemente viene alimentata dalle logge massoniche e dalle loro ramificazioni più o meno ufficiali. Adinolfi in questo articolo mette entrambi i piedi in fallo allorché afferma che "non esiste la via, ognuno ha la sua via. Verso una meta unica che poi è lo stesso punto d’avvio Questa è la base della metafisica dei nostri padri, una metafisica antica quanto la nostra presenza sulla terra, e che si riversa nel Cristianesimo (...)". Ci piacerebbe sapere dove Adinolfi attinga le sue fonti e quali padri egli abbia avuto. Non ci risulta affatto che tale teoria sia stata travasata nel depositum fidei. Infatti è proprio Gesù Cristo che nel vangelo di Giovanni afferma senza fraintendimenti gnostici che "Io sono la Via, la Verità e la Vita". Altro che elucubrazioni massoniche. Altro che indifferentismo religioso (ognuno di noi possiede la sua via per giungere ad un'unica meta che poi condurrebbe nuovamente allo stesso punto di partenza). Questa allegoria altro non é che il serpente che si morde la coda (il “serpente ouroboros”) ossia l'immagine della coincidenza dei contrari e la dottrina della doppia verità, base e fondamento della gnosi e   —quindi—   della massoneria. Vorremmo essere tentati dal credere che quella frase Adinolfi l'abbia buttata lì senza altre implicazioni se non quelle legate ad uno smarrimento lungo il raccordo anulare...    
       Ma il cortocircuito dell'Adinolfi-pensiero si ricava proprio allorquando, tentando di porsi come il demolitore di ogni forma assoluta di verità, finisce proprio con l'affermare una verità assoluta (del tutto soggettiva e non condivisibile) che invece avrebbe voluto negare sin dall'origine del suo ragionamento. Dire, infatti in modo perentorio che "non esiste una via" significa affermare  —al contrario—  proprio una verità assoluta. Con la differenza che "Io sono la Via, la Verità e la Vita" sono le parole pronunciate da Cristo mentre quelle di Adinolfi restano, con tutto il rispetto, solo quelle di Adinolfi.    
        Siamo alle solite. Ancora una volta ci ritroviamo a dover controbattere luoghi comuni e diatribe di retroguardia che credevamo ormai superate perché liquefatte dalla realtà delle cose. Non si capisce per quale motivo Adinolfi abbia deciso di sferrare ufficialmente un attacco frontale alla Chiesa Cattolica ponendosi    —de facto—   in cammino con Pannella, la massoneria ed una certa critica noglobal.        Probabilmente Adinolfi ha applaudito i giovanotti “pacifinti” che alla Sapienza hanno manifestato per impedire a Ratzinger di parlare proprio in virtù della "libertà di pensiero". Non ci meraviglia, tuttavia, questa presa di posizione così radicale se si considera che in un altro precedente suo articolo riguardante il rapporto tra fascismo e cristianesimo (Il fascio e la Croce), finiva quasi col rimpiangere il passato stile della massoneria italiana rispetto a quella attuale (“Il fascismo nasce in Italia; ragion per cui benché abbia alle sue origini fior di anticlericali e di mangiapreti, talvolta addirittura massoni (ma di una massoneria ben diversa da quella di oggi), molti dei suoi esponenti sono cattolici”). Se a tutto questo si aggiungono le “dichiarazioni d'amore” a favore del 33° Garibaldi (9), allora il quadro é chiaro.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(9) Tanto amore per un pallone gonfiato e per di più massone dà la nausea.

       Con queste ed altre affermazioni, la linea di emarcazione è evidente. E non c’è da illudersi. I tempi bui non saranno certo per chi sta saldo nella Chiesa di Cristo contro cui le porte dell’inferno non prevarranno ma per chi  —spocchiosamente— finisce col profetizzare “mala tempora” ed avere nel proprio pantheon Capitan Harlock, Zeus e...Pollon.

Gianvito Armenise

   
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